DIARIO  ESCURSIONI   2005

 

23 GENNAIO  2005  -  ANELLO DEL TORRENTE EGOLA


"Memento audere semper" - ricordati di osare sempre. Questa citazione latina si adatta anche alla storia della ns. escursione del 23 gennaio.
Come al solito, influenzati dalle ormai numerosissime previsioni del tempo (Lamma, A.Sanò, Raitre, Internet ecc.) non sapevamo che pesci prendere; sembrava dovesse essere brutto sin dalla notte del sabato. Invece, fedeli al motto latino di cui sopra e anche vedendo che al mattino il tempo era bello, abbiamo deciso di partire.  A dire il vero le previsioni erano purtroppo giuste, anche se si sono avverate con 14 ore di ritardo.
Ad ogni modo andiamo per gradi. 
Alla partenza a Pontedera c'era un bel gruppetto variegato, composto anche da nuovi amici. Citiamo la Claudia con le 2 simpatiche bambine Alessandra e Margherita, la figlia di Riccardo e Dolly, la cagnetta di Riccardo. Gradito ritorno di Francesco Tonissi. E poi i soliti Spartaco, Paolo e Rossella, Sauro e Giuliana, Antonino, Sergio, Alberto e Graziella Bernardi con amica, Paolo Morelli ovviamente, Carlo e poi scusate se dimentichiamo qualcuno; insomma circa una ventina.
Partenza dal Castellare di Tonda, successiva sosta nel bellissimo borghetto restaurato di Tonda e poi via sul percorso di ca 14 km. che ci ha fatto passare da Castelfalfi, Cappella del Lupo, Bosco Gucci, Montaione.
Citiamo una battuta di caccia al fagiano nei pressi di Castelfalfi che ci ha dato qualche piccolo problema, ma siamo passati indenni tra le fucilate!.
Sosta in loc. Bosco Gucci, vecchio casolare abbandonato, dove abbiamo consumato un frugale pasto. Da notare le basse temperature che ci hanno accompagnato durante il percorso, ca. 0° o anche -1°.  Se non altro ci siamo comunque scaldati a un fuocherello acceso accanto al casolare.
E qui -udite udite! - ha iniziato pure a cadere un leggero nevischio che ci ha accompagnato per alcuni metri verso Montaione, per la gioia e la sorpresa di tutti (almeno si spera!). Intanto, come dicevamo all'inizio, il tempo si andava guastando e infatti dopo Montaione è arrivata la pioggia, una pioggerella fine e penetrante che ci ha accompagnato fino alle auto.  Per fortuna avevamo fatto  la maggior parte del percorso. Rossella in particolare era felicissima di questo tempo; infatti a lei piace molto il freddo e la pioggia (!?!).

FOTO 1. Il borgo di Tonda
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FOTO 4. Il gruppo
FOTO 5.  Il pranzo
FOTO 6.  Il fuoco



20  febbraio  2005  -    PORTOVENERE / RIOMAGGIORE

Come ben sappiamo siamo stati investiti da un'ondata eccezionale di maltempo che ha compromesso l'escursione. Volevamo ritentare la domenica successiva 27/02, ma anche stavolta le previsioni erano negative (anche se poi al mattino il tempo era bello, ma pare che a La Spezia poi fosse anche piovuto). Abbiamo quindi deciso di spostarla ufficialmente al 6 marzo, in luogo della gita in Verruca, che potremo sempre fare in futuro.



13  MARZO  2005  -   RIOMAGGIORE  /  PORTOVENERE

"Chi la dura la vince" - Forti di questo motto e decisi a tutto(dopo ben 3 volte che abbiamo rimandato la gita), nonostante un temporalone mattutino proprio sotto le nostre teste e nonostante i dubbi di Rossella (ma quanto rompe....), siamo infine partiti. Eravamo una ventina: Spartaco e Laura, Paolo e Rossella, Sauro e Giuliana, Dante e Giovanna, Francesco Tonissi, Riccardo, Antonino, Claudia con le 2 bambine, Danilo e Lucia, Renzo di Lucca.
Partiti quindi con l'acqua, non appena arrivati a Carrara, il cielo si è aperto e una bellissima giornata di sole ci ha accolto. Come da programma abbiamo  preso il treno da La Spezia per Riomaggiore. Da qui, per salita in alcuni tratti abbastanza impegnativa, siamo giunti alla Madonna di Montenero posta in bellissima posizione a 300 m. di altezza e a picco su Riomaggiore, con bella veduta delle 5 Terre fino a Punta Mesco. dopo altri 200 metri circa di salita siamo giunti alfine al "Telegrafo". Sosta pranzo nel bosco sotto un tiepido sole di primavera, allietati anche dai cantuccini con vin santo del Messerini,  e relativa "discesa" fin verso Campiglia posta a ca. 300 metri. In questo tratto c'è la cosiddetta "Palestra nel verde", cioè alcuni punti attrezzati con strumenti ginnici (corde, anelli, scale volanti ecc.). Abbiamo fatto un po' di ginnastica anche per la gioia delle bambine di Claudia che, ovviamente, si annoiano un po'  a camminare solamente.
La discesa finale a Portovenere a dire il vero è stata un po' impegnativa. In circa poco meno di 2 ore abbiamo percorso il tratto, abbastanza scosceso e stretto e in alcuni punti piuttosto roccioso; ma nel complesso molto bello e panoramico. La bambina piccola di Claudia(furbetta) ha fatto un bel tratto in spalla al solito Paolo: sicuramente si è divertita (e anche stancata poco!).
Puntuali anche a prendere il bus per La Spezia delle 16,55.  Insomma tutto è andato per il verso giusto.
Per gli amanti delle statistiche abbiamo percorso ca. 20.000 passi (secondo l'apparecchio di Piero Messerini) per un totale di ca. 12/13 km.
Quindi concludiamo ribadendo che è sempre bene non farsi influenzare troppo dal tempo e dalle previsioni, anche se non  riusciamo più a farne a meno, e dobbiamo metterci anche del nostro nell'interpretarle, .

FOTO 1. La partenza
FOTO2. Riomaggiore panorama
FOTO 3. Il pranzo
FOTO 4. Palestra nel verde
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FOTO 9.   sentiero
FOTO 10.  scogliere
FOTO 11.  Panorama su Portovenere
FOTO 12.  Il finale

 


20  MARZO  2005  -  MONTE LIETO

Che dire di questa escursione apparentemente "banale", sia per la durata che per il luogo? In effetti da tempo la rimandavamo perché non troppo convinti della validità; poi, per riempire il programma, ce la abbiamo "infilata".  Comunque la solita nuvolaglia domenicale che da alcuni mesi ci affligge non ha mancato anche stavolta di farci compagnia.
Ma veniamo al dunque. Partecipanti: Paolo e Rossella, Sauro e Giuliana, Spartaco e Laura, Antonino e Agnese, Francesco Tonissi, Francesco Figliucci(alleluja è tornato!), Enzo e Luisa, Sergio, Carlo, Riccardo e ...udite..udite...! il Brucini Luca che da tempo immemorabile non ci faceva compagnia.
Ordunque lasciate le auto a S.Anna ci siamo incamminati alla ricerca del sentiero 3, ma pare che qui i segni siano un po' scarsi; comunque, anche aiutati da una simpatica e chiacchierona abitante del luogo, siamo riusciti alfine a intercettarlo. Man mano che salivamo di quota la nebbia ci avvolgeva sempre più e dei bei panorami sulla Versilia (che avevamo scritto nel programma) purtroppo neanche l'ombra! Arrivati in vetta al Lieto m. 1016 siamo andati velocemente per sentiero di cresta verso la Foce di Farnocchia, da cui si diparte la salita al Gabberi. Purtroppo la solita nebbia ci ha fatto desistere da salire sul monte e siamo tornati a S. Anna, dove abbiamo concluso la serata con una istruttiva visita al Sacrario eretto in memoria dell'eccidio compiuto dai nazisti nell'agosto 1944 e anche successiva visita al museo della Resistenza dove una persona scampata alla strage ci ha raccontato tutta la storia. Quindi una volta tanto abbiamo nutrito anche lo spirito oltre che il corpo!  Pubblichiamo alcune foto, tanto per continuare l'abitudine, anche se, a causa della giornata grigia non rendono molto bene.

FOTO 1. La salita
FOTO 2. In vetta
FOTO 3. Il pranzo
FOTO 4. Fiore sconosciuto
FOTO 5. Carlo in arrampicata
FOTO 5. Il sacrario




17 APRILE 2005 -  LA CASCATA DELL'ACQUAPENDENTE

Il destino vuole che di solito la domenica sia brutto tempo. Evidentemente contro la natura non ce la facciamo. Anche stavolta abbiamo dovuto rinunciare a causa del freddo, della pioggia e del vento (anche della neve). Se possibile la rifaremo tra aprile e maggio.


1 MAGGIO  2005   -  LA CASCATA DELL'ACQUAPENDENTE

Di nuovo una bellissima giornata (però quest'anno si contano sulle dita!) che ci ha invogliato a effettuare la prevista gita, ormai già rimandata.  Purtroppo per vari motivi, anche personali, molte persone non si sono fatte vedere; così ci siamo ritrovati in pochi: Spartaco e Laura, Paolo e Rossella, Sergio, Sauro e Giuliana, Paolo Morelli con famiglia e Maurizio (amico di Paolo M.) con famiglia). Comunque un numero giusto per godere in tranquillità delle bellezze del posto.
Arrivati a Cardoso, paese pressochè ricostruito dopo la rovinosa alluvione del 1996, parcheggiamo le auto. Subito ci colpisce una bellissima visione del Monte Forato con la luce del mattino (vedi foto).
Saliamo pian piano verso l'antico ponte di Pruno (vedi foto) a quota 405 mt. Solita foto di gruppo.  Qui ci dividiamo in 2 gruppetti: Spartaco, Paolo e Sauro sperimentano il sentiero di sinistra che sembrava essere un po' più accidentato(stando alle descrizioni). Infatti dopo poco troviamo una scala ripida con un corrimano, detta  "scala santa", comunque con poca difficoltà.   In circa mezzora arriviamo alla famosa e sconosciuta "cascata dell'Acquapendente" e in effetti dobbiamo dire di essere rimasti abbastanza colpiti dall'imponenza del salto (circa 40 metri). L'acqua in alcuni punti scivola sulla roccia liscia (foto) come fosse olio (foto) e, volendo, si potrebbe addirittura fare una doccia. In ogni caso si arriva facilmente fin sotto la parete. Qui incontriamo pure una salamandra, animaletto molto raro. Gran sfavillare di flash per immortalare questa, per noi, rarità.
A questo punto il giro avrebbe dovuto continuare fin al Rifugio "La Fania" a 900 mt. di altezza, per poi tornare a Cardoso per sentiero 124 e 7. Purtroppo il caldo e anche la presenza dei bambini ha fatto desistere quasi tutti dall'impresa. Per cui solo Paolo, Spartaco e Sergio hanno provato a fare il giro.
Purtroppo i sentieri in questa parte non sono ben segnati e i 3 a un certo punto si sono ritrovati in mezzo al bosco di castagni senza più tracce di sentiero. Ovviamente la grande esperienza ha fatto sì che alla fine il vero sentiero fosse ritrovato, anche se si sono dovuti arrampicare attraverso i terrazzamenti della castagneta (con relativa bucatura delle mani a causa dei ricci!). Grande impresa anche di Sergio che non veniva da molto tempo.
Alla fine il rifugio è stato raggiunto e da lì in poi non ci sono stati problemi.
Bella visione pomeridiana del Monte Forato  e del Procinto.

FOTO 1. La Pania della Croce
FOTO 2. Il M. Corchia



15  MAGGIO  2005  -   MONTE RONDINAIO

Partecipanti 8: Spartaco, Sergio, Marcello, Riccardo, Alessandro, Carlo, Dante e Giovanna. + 1 cane (Lilli).
Bisogna dire in effetti che se fossimo stati in troppi, forse qualcuno si sarebbe smarrito nella nebbia. Appunto, la nebbia... le previsioni davano bel tempo, ma le montagne in questo periodo difficilmente sono sgombre dalle nubi; però ci aspettavamo qualcosa di meglio. Comunque lasciamo le auto sulla strada sterrata dopo il Rif. Casentini, all'inizio del sentiero 16 che taglia in mezzo al bosco verso la Foce a Giovo. Dopo un po' ci immergiamo nella nebbia.  Arriviamo comunque in 50 minuti alla Foce, dove c'è una specie di cappellina in cui ci possiamo riparare dall'umidità (foto). Sempre nel nebbione (foto)ci dirigiamo per sentiero 00 verso il Rondinaio, che però non si vede, ovviamente. C'è qualche problema di orientamento, ma riusciamo a seguire il sent. 00, ben segnato. Ogni tanto una folata di vento fa intravedere il sole e ci appare un bel paesaggio, con diverse lingue di neve e piuttosto consistenti in quanto a spessore (foto 1)  (foto 2).

Bagnandosi i capelli a causa della nebbia  riusciamo pian piano a raggiungere la cima, talvolta arrampicandosi sulle roccette. Qui Dante ha qualche difficoltà perchè non sopporta gli strapiombi (foto).  Ad ogni modo consumiamo un veloce pasto in vetta, intirizziti dal freddo e scendiamo verso il lago Baccio. Qui decidiamo però di non andare fin là come previsto dal programma,. in quanto il tempo non è bello, e tagliamo dalla Finestra del Rondinaio, scendendo direttamente  in basso verso il Lago Turchino.  Nonostante la presenza di molta neve si vede un inizio di fioritura, con rododendri e altri vari fiori.
Tra l'altro abbiamo incontrato 3 persone di Bagni di Lucca, anche loro facenti parte come noi di un gruppo autonomo, con i quali abbiamo familiarizzato scambiandoci i nomi e ripromettendoci, se sarà possibile, di trovarsi qualche volta sulle ns. montagne.
Dal lago Turchino siamo scesi ancora un po' sul sentiero 519, per poi risalire di 180 metri fino alla Foce di Giovo. Il cielo si è ulteriormente aperto, offrendoci un bel panorama sulla vallata emiliana.


29  MAGGIO  2005   -   ABETINA REALE  -  RIFUGIO BATTISTI

Che dire di questa "bellissima" escursione in una calda e serena domenica di maggio? E' andato tutto molto bene: il percorso è stato lungo ma piacevole, il verde del bosco era veramente splendente, ecc. Ma andiamo per ordine.
Partecipanti, pochi: Spartaco, Sauro e Giuliana, Sergio, Enzo e Luisa, Dante,Giovanna e la nipotina Chiara + la solita cagnetta lilli, Francesco Tonissi, Marcello e Rita, una simpatica nuova amica di Lucca, conosciuta 2 settimane prima.
Assenti giustificati Paolo Coltelli e Alessandro.
Lasciamo dunque le auto al Passo Forbici, evitando così 1 ora circa di stradello dal Casone di Profecchia. In 1 ora di leggera discesa arriviamo al Rifugio Segheria "Abetina Reale". Da qui, per sentiero 605, saliamo al Lama Lite, punto molto panoramico con vista sul Prado, il Cusna, il Giovarello. Sosta per il pranzo al Rifugio Battisti e ritorno alle Forbici per sentiero 633 (molto bello) che attraversa a mezza costa la catena di monti che va dal Prado al M.Vecchio. Abbiamo attraversato immense distese di mirtilli, abbiamo trovato lingue di neve vecchia nel bosco, acqua freschissima che sgorgava dalla montagna, insomma proprio un paesaggio "idilliaco".  Da aggiungere una bella fioritura di "Genzianelle di Koch" e di Genziane nella zona del Lama Lite, oltre a vari altri fiori gialli. Non è mancata neppure una "battaglia" a suon di palle di neve sotto il Prado, in un canalone pieno di neve residua.
Nota: durante il ritorno Enzo si è isolato con la radio nell'orecchio in quanto si trattava della salvezza della Fiorentina dalla serie B. Fortunatamente si è salvata e Enzo ha esultato di gioia.
Insomma, proprio una bella giornata!

La partenza       Il Rifugio Abetina Reale        
 
Il Bosco di faggi              Verso il Lama Lite         
Sulla neve     Cascata        Il ritorno          Abbeverata
Il Monte Prado        Battaglia sulla neve



20  GIUGNO  2005  -   IL SENTIERO DEGLI AIRONI AL LAGO DI VAGLI.

In questa calda e leggermente afosa domenica di giugno numerose "famiglie in gamba" hanno partecipato a un nuovo percorso, scoperto da Paolo Morelli, che purtroppo era assente per motivi personali. Comunque un variegato gruppo si è presentato alla partenza. Citiamo Marcello e Mirella, Antonino, il Bini, Francesco Tonissi, Rita di Lucca, Maurizio e Nicole, Marcello Melai, Claudia e le bambine, Carlo e altri.
Lasciate le auto al parcheggio nel paese di Vagli Sotto, attraversiamo quindi il ponte e giriamo a sinistra percorrendo un sentiero in ombra che, costeggiando il versante destro del lago, ci porterà dopo circa 6 km., alla diga. Inizialmente non vi sono particolari difficoltà, il percorso si svolge abbastanza in piano. Solamente quando arriviamo in fondo a una lunga lingua del lago, sorgono alcuni dubbi in quanto dovremmo passare sull'altra sponda e tornare indietro verso il centro del lago. Qui il sentiero sembra che prosegua nel bosco, ma c'è pure una indicazione a mo' di freccia (vedi foto del castagno) che indirizza verso il basso. dopo un momento di indecisione decidiamo di seguirla e scendiamo repentinamente verso il fondo. Arrivati sul letto del lago, dove un torrentello riversa acqua nel medesimo, riusciamo con un po' di fatica a trovare la continuazione del sentiero sull'altra sponda. Con alcune difficoltà (causate dal numero elevato di persone e dallo sgretolamento del terreno) passiamo dall'altra parte e continuiamo il sentiero (per fortuna sempre in ombra) fino alla frazione di Vergaia.
Qui ci piazziamo in un giardinetto privato (ma autorizzati da 2 signore che abbiamo trovato per strada) e consumiamo il solito frugale pasto. La diga è ormai vicinissima.  A questo punto però le auto sono al paese e dobbiamo percorrere ancora 4,5 km. di strada asfaltata.  Scartata l'idea di tornare per il sentiero, pensiamo di far andare solo gli  "autisti" a prendere le auto; ma alla fine tutti pian piano tornano al paese. Fine dell'escursione.
Note: lungo il percorso numerose fonti di acqua ci hanno permesso di rinfrescarci (ce n'era bisogno!) e numerose piantine di fragole di bosco con i frutti maturi hanno permesso a qualcuno di gustare questo frutto buonissimo!


Il lago-panorama aereo          Il lago         Discesa verso il lago         Il ponte         Vagli di sotto                La chiesa
Attraversamento torrente           Le felci      Castagno secolare       Il pranzo 1        Il pranzo 2                  La diga



10  LUGLIO 2005  -  LE GOLE DEL GORDANA

Eccoci finalmente giunti ad affrontare le famigerate "gole di Giaredo" o del Gordana. A dire il vero in pochi abbiamo potuto godere del grande e emozionante spettacolo di questo fenomeno naturale: Spartaco, Paolo e Rossella, Antonino, Riccardo, Claudia, Giovanna, Dante e Chiara + la solita cagnetta Lilli, Alessandro. Purtroppo non si sono presentati in molti alla partenza, ma forse è stato meglio così, viste le varie difficoltà e perdite di tempo. Ordunque la mattinata si presentava piuttosto incerta, ma ormai era deciso e allora...via!
Attrezzati con 1 canotto e 1 materassino abbiamo iniziato ad affrontare la prima "buca" di acqua, profonda in un punto circa 3 metri. Dante è partito con tutti gli zaini e, a forza di bracciate(ci eravamo dimenticati i remi!) è arrivato dall'altra parte. poi abbiamo iniziato i traghettamenti con le persone a bordo: prima le donne, i bambini e i cani, poi gli adulti. Inutile raccontare la confusione iniziale; chi entrava in modo sbagliato, chi si alzava in piedi col rischio di cadere... insomma un gran casotto! Però alle pozze successive (ne abbiamo attraversate 4) siamo diventati più esperti e veloci. Diciamo di una scena estremamente comica che ha coinvolto Paolo. Mentre stava tornando indietro a prendere gli altri, nuotando col corpo appoggiato sul davanti del canotto, ad un certo punto si è sporto troppo ed è caduto in acqua col canotto sopra!! Viene ancora da ridere a ripensare la scena.
Purtroppo il tempo si stava guastando e verso le 12,30 abbiamo deciso di ritornare indietro in quanto il buio aumentava e sembrava di essere in un luogo da film dell'orrore. La pioggia implacabile ci ha colti proprio all'ultimo attraversamento (il primo all'andata) e comunque... acqua sotto e acqua sopra...ormai non ci facevamo più caso.
L'avventura comunque è stata di generale gradimento, anche se alcuni non avevano le scarpe adatte, e forse ci torneremo, sempre in pochi però e cercando di andare oltre, verso la diga.

La partenza                 Il gonfiaggio         La traversata            
In acqua
               Nelle gole               Gole 1                  Gole 2
Gole  3                     Gole 4        



4 SETTEMBRE 2005   -   ISOLA DI GIANNUTRI

Via a fare l'ultimo (forse!) bagno di stagione nelle bellissime acque di Giannutri. Come si prevedeva l'afflusso dei partecipanti è stato notevole - circa 40 persone - e ovviamente erano presenti soprattutto coloro che di solito mancano alle escursioni in montagna....ma va bene lo stesso. Quindi donne, bambini, ex sindaci ecc. ecc.   La giornata si è presentata nel complesso buona, con mare calmo e cielo a tratti velato. Solamente al ritorno abbiamo avuto una intensificazione dei nuvoli con temporali lungo il grossetano, ma ormai la gita era andata.
Il gruppo arriva quindi al porticciolo (si fa per dire, in quanto si attracca a un piccolo molo) di Giannutri. Ci dividiamo in vari gruppi: alcuni vanno a fare il bagno a Cala maestra, altri restano nei pressi del porto, in quanto l'isola è molto piccola, non vi sono spiagge e inoltre non è il caso di fare del trekking a causa della notevole afa. Non vi è da dire molto  su questa bella gita se non che alcuni durante il bagno sono venuti a contatto con meduse , che hanno provocato irritazioni in varie parti del corpo.

Sulla nave 1                 Sulla nave 2           Sulla nave 3            
Cala Spalmatoio 
        Cala d. Schiavo           Trasparenze
Riccio di mare              Vegetazione           Fiore                      
Villa romana 1
             Villa romana 2             Il ritorno



25  SETTEMBRE  2005  -   LE MARMITTE DEI GIGANTI    (fuori programma)

Approfittando della bella giornata, particolarmente adatta a visitare le famose "Marmitte dei Giganti", abbiamo pensato (solo in 7 persone) di ritornare dopo alcuni anni in questo caratteristico luogo delle Apuane. Nei canaloni del Fatonero e dell'Anguillaia, sotto le pendici del Monte Sumbra, nel corso dei secoli i detriti che rotolavano dall'alto con le grandi piogge hanno scavato nella roccia creando dei vuoti particolari chiamati appunto "marmitte" (pentole), di varie forme e dimensioni.   Partecipanti: Spartaco e Laura, Paolo e Rossella, Riccardo, Sauro, Alessandro.
Purtroppo è sconsigliabile essere in molti nel percorso del canalone, in quanto le "manovre" da fare possono essere anche pericolose e un gruppo numeroso si controlla male. Abbiamo comunque risalito il canalone del Fatonero, il più famoso e con le marmitte addirittura numerate (sono circa 20).
Per alcuni (Sauro, Alessandro e Riccardo) era la prima volta e ovviamente, soprattutto in Sauro e Alessandro, c'era un po' di tensione all'inizio. Ma alla fine ci siamo divertiti molto; abbiamo usato anche il discensore al ritorno e Riccardo addirittura si è calato nel vuoto per alcuni metri.

FOTO 1             FOTO 2            FOTO 3           FOTO 4          FOTO 5         FOTO 6          FOTO 7     FOTO 8     FOTO 9



2  OTTOBRE  2005   -   Ferrata  Siggioli e Cresta di Capradossa

Ovviamente, come capita spesso in questi periodi, il maltempo ci ha messo lo zampino. Dopo un sabato splendente, al mattino della domenica le prime nubi che annunciavano un cambiamento del tempo (sempre di domenica!!) sono arrivate e abbiamo deciso di sospendere. Saremmo comunque stati in pochi, anche a causa della difficoltà dell'escursione.
Comunque, nella prima domenica libera e di bel tempo, cercheremo di rifare questa escursione. Avviseremo telefonicamente.


30 OTTOBRE  2005   -   VINCA  -  FOCE LIZZARI  -  VINCA

Non effettuata la domenica precedente per la solita pioggia, finalmente questa meravigliosa giornata di fine ottobre ci ha permesso di recuperare l'escursione. Pochi purtroppo alla partenza: Spartaco, Carlo, Danilo, Paolo e Rossella, Enzo e Luisa, Renzo di Lucca, Dante, Giovanna e la immancabile cagnetta Lilli. Dovremo modificare il nome del gruppo in "Ricovero Trekking" perché vari acciacchi cominciano a colpire: Laura con la tosse, Alessandro con la febbre, Paolo C. con la sinusite (ma lui ovviamente non ci fa caso e non manca mai!).
Comunque, col senno di poi, forse è stato bene essere in pochi perché soprattutto il tratto da Foce Lizzari a Foce Giovo ha richiesto un certo impegno (non ce la ricordavamo così lunga e impegnativa). Infatti purtroppo Dante e Giovanna, arrivati a un primo precipizio dopo circa 200 metri dalla F. Lizzari non se la sono sentita di andare avanti. In effetti è stato meglio così perché dopo era anche peggio!  Ciò ci ha comportato un ritardo di ca. 30 minuti che si è ripercosso sul pranzo, fatto alle 14,45.  Inoltre anche il povero Carlo, con la sua spalla che ogni tanto va fuori posto, ha richiesto un notevole aiuto nei tratti imprevisti attrezzati con corda d'acciaio.  Insomma meno male che eravamo in pochi. 
Abbiamo evitato di salire alla foce Giovo in quanto era abbastanza tardi e siamo ridiscesi a Vinca per sentiero 175, mentre il sole si abbassava dietro le montagne e il bosco scuriva pian piano.

Vinca dall'alto      Sul sentiero        Verso il  Grondilice        Ferrata 1        Ferrata 2       
Ferrata  3             Ferrata 4           Il pranzo                        Foce Giovo      Colori d'autunno



13  NOVEMBRE  2005  -   MURLO  .  LA BEFA  .  MURLO

Come al solito, dopo una settimana bellissima, le solite nefaste previsioni annunciavano sin da martedì un peggioramento; invece le nuvole sono rimaste confinate sul mare e abbiamo potuto godere di una bella giornata, nemmeno fredda, di inizio autunno(ma il freddo quando arriva?).
Un bel gruppetto formato da: Paolo e Rossella, Carlo, Antonino, Spartaco, Marcello e Mirella, Sauro e Giuliana, Alberto Bernardi e Graziella con 2 amici, il Bini, Paolo Morelli e 2 bambine, Claudia pure lei con 2 bambine, Giovanna e Dante + Lilli, Sergio.
Giunti quindi nel bel borgo medievale di Murlo (FOTO 1 - FOTO 2 - FOTO 3) siamo scesi per strada asfaltata alle Miniere e da qui abbiamo seguito il tracciato della vecchia ferrovia che collegava il posto con Monte Antico, per il trasporto della lignite. Seguendo il torrente Crevole, anche con attraversamento, (FOTO 1 - FOTO 2) siamo giunti, dopo 6,3 km. a La Befa, piccolissimo borgo con una trattoria dove avremmo voluto consumare magari un bel piatto di tagliatelle al cinghiale (il Bini ci sperava!). Siamo stati accolti con nostra sorpresa da due africane, madre e figlia, che ci hanno detto che era tutto pieno (mah...). Poi abbiamo comunque scoperto che si trattava della moglie del cuoco (almeno lui toscano!) e della figlia.
Il pranzo a base del solito panino è stato perciò consumato più avanti in località Montepertuso (FOTO), su una bella collina con grande vista sulla Val d'Orcia. Qui si trova una chiesa di origini trecentesche, riammodernata e circondata da una grande quantità di fichi d'India (FOTO 1  -  FOTO 2). Inoltre vi si trova una comunità di recupero tossicodipendenti "Comunità Mondo nuovo".
Ritorno a Murlo in mezzo ai boschi di lecci e querce (il solito Sauro ha trovato anche diversi funghi).  Totale km. dell'escursione circa 14/15.
Infine foto di gruppo nel borgo di Murlo.

Gruppo alla partenza      Sul ponte di ferro  



4  DICEMBRE  2005  -    CAPRONA,  VERRUCA,  CAPRONA

Siamo riusciti ad infilarci questa giterella, già annullata a suo tempo causa pioggia, sostituendo la prevista escursione Cardoso - Foce Valli, che in effetti oggi non avrebbe meritato di essere fatta a causa delle piogge e nevicate dei giorni scorsi.
Chissà se il tempo brutto di questi giorni o altri motivi hanno fatto mancare diverse persone, ma comunque, seppur in pochi (Spartaco, Marcello, Riccardo, Sergio, Paolo Morelli, Paolo e Rossella) siamo andati ugualmente.
In effetti alle 7,15 pioveva ma dopo il cielo si è aperto ed eravamo speranzosi che ce la avrebbe fatta passare liscia. Pia illusione! Le prime avvisaglie di maltempo le abbiamo avute proprio alla rocca della Verruca, mentre consumavamo un frugale pasto; alcuni si sono addirittura riparati nei sotterranei della rocca. Siamo perciò tornati velocemente alla base della Verruca e ovviamente è apparso il sole. Ormai però non valeva la pena di insistere e  siamo discesi verso Caprona attraverso stradello forestale. E a poche centinaia di metri dalle auto siamo stati nuovamente inzuppati dalla pioggia e questa volta ben bene.  Poi di nuovo il sole.
Comunque l'anello è abbastanza lungo, ca 15 km., il percorso è il numero 03, purtroppo non ben segnato. E poi la ns. valorosa guida, Paolo Coltelli, esperto (?) di questi luoghi avendoli percorsi di corsa, ci ha fatto fare vari giri in mezzo agli olivi e alle casette, prima di trovare la via giusta. Ma, si sa, durante le marce domenicali ovviamente corre a testa bassa e non può notare tutti i particolari del percorso, quindi per questa volta è scusato... ma che non si ripeta!!
Siamo stati accompagnati per un tratto da un simpatico bassotto e abbiamo pure trovato un ranocchio rosa Inoltre abbiamo fatto una scorpacciata di corbezzoli.

La torre Upezzinghi            Montemagno            Alla rocca         La Certosa di Calci         Monumento a Papa Eugenio III a Montemagno

Le curve dell'Arno

 

 

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